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Endrigo, Sergio.

Cantautore italiano. Originario di una famiglia povera, crebbe dagli zii a Trieste e all'età di 6 anni rimase orfano del padre, cantante lirico, di cui il giovane seguì le orme, intraprendendo dai 10 anni studi musicali. Nel 1947, allorché l'Istria fu assegnata alla Jugoslavia, E. partì per Brindisi, dove frequentò un collegio per profughi giuliani e dalmati. Espulso dalla scuola (1950), si recò a Venezia, dove, per mantenersi, svolse diversi lavori, cominciando inoltre a cantare in dancing e night-club. Entrato a far parte del complesso di Riccardo Rauchi (1959) in qualità di cantante e contrabbassista, incise una mezza dozzina di dischi, senza tuttavia che il suo nome comparisse mai nelle note di copertina. Nel 1960 E., deciso a dedicarsi alla carriera solista, firmò un contratto con la Ricordi e nel contempo iniziò a scrivere canzoni, incentivato dal direttore artistico Nanni Ricordi. Passato alla RCA nel 1962, nello stesso anno incise il suo primo grande successo di pubblico, Io che amo solo te (che lo fece conoscere anche all'estero, in particolare in Brasile), incluso nell'album Sergio Endrigo, comprendente brani celebri quali Viva Maddalena, Aria di neve, Via Broletto 34. Nel 1963 diede avvio alle collaborazioni con il maestro Luis Enrique Bacalov e con Sergio Bardotti, mentre nel 1965 firmò con la casa discografica Fonit Cetra. Considerato, insieme a Gino Paoli, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, tra gli artisti che negli anni Sessanta rinnovarono la musica leggera italiana, nel 1968, alla sua terza partecipazione, vinse il Festival di Sanremo con Canzone per te, cantata in coppia con il brasiliano Roberto Carlos. Anche negli anni successivi E. avrebbe preso parte al Festival canoro sanremese, ottenendo il premio per il miglior testo e quale miglior interprete maschile con Elisa Elisa del 1973. Nel 1969 il cantautore istriano ideò l'album La vita, amico, è l'arte dell'incontro, nato dalla collaborazione con il poeta brasiliano Vinicius de Moraes, con il poeta italiano Giuseppe Ungaretti e con il cantante brasiliano Toquinho. Negli anni Settanta E. rinnovò la sua fortuna presso il grande pubblico interpretando canzoni per bambini scritte con Vinicius de Moraes e con Gianni Rodari (ricordiamo le celeberrime La casa, 1969; L'arca di Noè, 1970; Ci vuole un fiore, 1974). Cantautore dalla vena poetica delicata e malinconica, dal 1971 al 1993 incise diversi LP, tra cui Nuove canzoni d'amore (1971), La voce dell'uomo (1974), Dieci anni dopo (1975), Canzoni venete (1976), Sarebbe bello (1977), Donna mal d'Africa (1978), ...e noi amiamoci (1981), Mari del Sud (1982), E allora balliamo (1986), Il giardino di Giovanni (1988), Qualcosa di meglio (1993). Nel 1979 pubblicò un album in portoghese intitolato Exclusivamente Brasil. Oltre che in portoghese, propose le sue canzoni in diverse altre lingue (cantò in spagnolo, francese, inglese, greco, slavo). Cantautore garbato ed elegante, nel corso degli anni impresse ai suoi lavori una svolta sempre più colta: cantò poesie di Rafael Alberti e José Martí, produsse due album di poesie dialettali per Biagio Marin e Ignazio Buttitta, mise in musica Pier Paolo Pasolini. Artista eclettico, E. si cimentò anche nel cinema (interpretò il film di Carlo Tuzii Tutte le domeniche mattina, 1972), nel teatro (realizzò lo spettacolo L'arca di Noè, 1970; recitò nel lavoro di Ninì Perno Un Sial per Carlotta, 1981), nella letteratura (pubblicò il racconto Quanto mi dai se mi sparo?, 2004, nel quale raccontò la sua esperienza di artista ostracizzato dal mondo discografico). Nel 2001 gli fu conferito il Premio Tenco. Nel 2003 incise il suo ultimo album, Altre emozioni, che contiene nuovi arrangiamenti dei suoi vecchi successi (Pola 1933 - Roma 2005).